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RITORNAR in BOLIVIA
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La COCA ed IO… nel CHAPARE BOLIVIANO
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CAMMINO nel SOLE
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DECALOGO della COCA
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LEGGENDA ANDINA

RITORNAR in BOLIVIA

Il cerchio, rotto ed interrotto nel 1994, della mia esperienza nel Chapare boliviano si è apparentemente composto nell’aria rarefatta dei 4000 metri di La Paz

Sono profondamente grata a Felipe Cáceres García, Viceministro de Defensa Social, per avermi accolta con l’amicizia e la disponibilità di sempre, per avermi ospitata nel Viceministero a suo carico, dove ho potuto compilare alcune proposte sull’uso benefico della sacra Coca verde, adempiendo altresì un dovere di giustizia nella riabilitazione dei miei diritti civili.

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La COCA ed IO… nel CHAPARE BOLIVIANO

Durante l’operazione di solidarietà Rayos de sol nel Chapare boliviano, alla sera uomini e donne si riunivano, alla luce della lampada a petrolio, davanti al tavolo su cui era predisposto il tappetino con le foglie.

Senza averne ancora piena consapevolezza, ero passivamente partecipe del rituale della sacra Coca verde, assorbendo l’aura di retaggi ancestrali che mai mi avevano così intensamente convocata; sebbene avessi ben colto la sacralità misteriosa della Coca nella dimensione comunitaria, tuttavia m’incuriosiva quali fossero  i meccanismi per cui la Coca era ritenuta fonte d’energia fisica e psichica.

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CAMMINO nel SOLE

A Khartoum, capitale del Sudan, il 15 maggio 1988, un attentato terroristico all’Hotel Akropole lascia brandelli di vita ammucchiati sotto lo stupito e stellato cielo africano, inesorabilmente blu notte, mentre il Destino … mi ferma per fare i conti con la Vita, pur sempre Vita, anche quando ridotta in cocci.

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DECALOGO della COCA

01. La COCA è AUTOCTONA

Un simbolo insostituibile dell’identità andina, protetto dai Diritti Culturali dei Popoli.

02. La COCA è VERDE

Un componente dell’ecosistema della regione andino-amazzonica, cosí come tutte le piante della Natura.

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LEGGENDA ANDINA

Sull’onda della memoria ritorna questo profetico racconto che ho ascoltato sulle Ande.

“Un anziano sacerdote, Kyana Chuyma,  mentre si avvicinavano gli invasori spagnoli, fuggì con il tesoro del Tempio di Taytacha Inti, il Padre Sole, e lo gettò nel sacro Lago Titijaja,  alla frontiera peruviano-boliviana, tra le isole del Sole e della Luna, per metterlo al sicuro, prima di essere catturato e sottoposto a maltrattamenti e torture che lo lasciarono mezzo morto.

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