I PRODOTTI VERDI

Le strade del Destino mi si aprirono verso le Nazioni Culturali e non geografico-politiche limitate da confini artificialmente segnati: eccomi ad un passo dalla frontiera boliviana, per me invalicabile, nel cuore del mondo andino peruviano, intuendo le aure misteriose dell’Impero incaico, a Cusco …  stessa popolazione quechua, stesse problematiche di sviluppo, stesse tradizioni, stessa sacra Coca verde … dalla quale ero stata strappata …

Riannodando i fili della trama, Cusco ed il suo territorio si offrivano come fertile campo per seminare nuove proposte ed azioni in favore della sacra Coca verde, presa in ostaggio da leggi inadeguate, frutto di pregiudizi universali inveterati, proprio nella sua stessa alma mater.

Nei Paesi Andini la familiarità della gente con la Coca e lo spirito d’iniziativa di chi è abituato a cavarsela con mezzi elementari hanno  da tempo dato vita ad iniziative spontanee ed artigianali per elaborare prodotti di uso comune e benefico, incorporandovi la Coca.

Dal 1988 in Bolivia è stata regolamentata per legge l’industrializzazione della Coca, i cui prodotti sono distribuiti sui mercati nel rispetto della vigente limitante legislazione.

Ecco quindi che, nell’ambito della  promozione delle risorse andino-amazzoniche inclusa la Coca verde, la capitale archeologica d’America è stata scenario degno di un seme di desandinizzazione della Coca, piantato nel ventaglio dei micro-progetti dell’Associazione K’uychiwasi – in lingua quechua a significare Casa Arcobaleno, in onore al simbolo andino che interpreta l’unità nella diversità e l’incontro tra mondi differenti, ma potenzialmente dialoganti. 

Fu avviata l’elaborazione di vari prodotti verdi con Coca aggregata, tra cui pane, biscotti, torte, cioccolatini, caramelle di limone, toffees, sciroppo artigianale per il mal di gola, dentifrici, saponette, creme cosmetiche, snacks per aperitivi, con una squadra di collaboratori peruviani per l’attività produttiva artigianale ed una serie d’iniziative informative sul tema,  rivolte ai più eclettici ambiti, da scuole e gruppi formali ed informali ai mezzi di comunicazione ed al settore turistico fiorente nella regione per le bellezze naturali ed i misteriosi siti archeologici.

Previamente fu siglato un accordo con l’Impresa Nazionale della Coca (ENACO) che ne detiene il monopolio statale in Perù: compra infatti le foglie di Coca dai contadini produttori, per i quali è d’obbligo essere registrati con regolare licenza, e ne supervisiona la distribuzione sui mercati nazionali per l’uso rituale e la medicina tradizionale.

ENACO è anche responsabile del controllo dell’esportazione del quantitativo di foglie di Coca autorizzato, in deroga alla legislazione vigente, per alcuni famosi prodotti con Coca come si racconta in altri capitoli. I meccansimi di controllo a livello nazionale sono similari anche in Bolivia.

Nel micro-progetto Coca verde per prima cosa si macinavano le foglie di Coca con un mulinetto manuale,  ricavandone una farinetta ben polverizzata polvere … sì!!! … ma  VERDE …  e non BIANCA che conserva tutte le stesse proprietà delle foglie di Coca;  in percentuali adeguate per dare ai prodotti un gusto gradevole unito all’efficacia dei suoi componenti, la farinetta veniva aggregata ad altre risorse naturali, tra cui cereali, sia tipici andini, come quinua, kiwicha, cañihua, che più comuni, come  mais e grano, oppure alla crema di latte, farina di banana, formaggio, cacao, tra gli altri.

L’infusione di Coca, il mate de Coca, era  preparato al momento, perchè si gustasse ben caldo, con farinetta verde in acqua bollente, succo di limone e zucchero di canna.

E’ utile ribadire che la farinetta di Coca veniva impiegata come aggregato, quindi in proporzioni relativamente piccole in paragone con la quantità dell’ingrediente di base al quale veniva aggiunta, dato il notevole valore nutrizionale e medicinale della Coca.

Sulla base dei dati scientifici veniva nella pratica ricostruita l’armonia della cosmovisione: la sacra foglia andina era caduta vittima della rottura della sua integrità per l’isolamento dell’alcaloide cocaina, ma tornava ad essere in sicurezza nella nuova forma dei prodotti verdi, essendo protetta da risorse naturali sorelle che la custodivano da qualunque  manipolazione illecita, non essendo più possibile separare gli ingredienti elaborati, per recuperarne la farinetta verde.

E’ importante aggiungere che i prodotti verdi con Coca erano cucinati e quindi esposti ad alte temperature di cottura, durante la quale la maggior parte dell’alcaloide naturale cocaina viene denaturato, lasciando solo minime tracce residue, percepite dai non abituati alla Coca verde come una sensazione d’indolenzimento della mucosa della bocca, conseguenza dell’effetto anestetico dell’alcaloide stesso, ma completamente insignificante dal punto di vista fisiologico, come in altro capitolo descritto.

L’esperienza riportata è stata valida e quindi fondatamente riproponibile per l’industrializzazione – progressivamente anche su larga scala – a condizione che la farinetta verde sia rigorosamente mescolata con altri ingredienti, a scopo protettivo: infatti, come già detto, la  farinetta verde … è pur sempre  foglia … ed è raccomandabile mantenersi oltremodo prudenti e vigilanti per l’incombere dilagante dei demoni moderni … apparentemente inattaccabili ed invincibili.

L’elaborazione dei prodotti verdi con Coca è valsa all’Associazione K’uychiwasi il Premio Slow Food per la Difesa della Biodiversità, a Torino (Italia), il 23 Ottobre 2002.

Nel cerchio armonico di Cultura e Natura, come di Tradizione e Scienza, la coerenza impone eticamente di collocare le iniziative locali, come il micro-progetto Coca verde a Cusco, nelle mani e sotto la responsabilità degli abitanti andini, perchè nessun altro avrà i titoli e l’impegno morale per valorizzare retaggi antichi verso un futuro promettente, in un felice e fruttuoso connubio di modernità ed antichità.

Inesauribili sono i potenziali usi benefici della Coca verde, quale ad esempio l’esportazione di farinetta verde mix con cereali, cioè la polvere verde aggregata con i cereali andini di elevato potere nutritivo, in buste di piccolo taglio (250 gr – 500 gr – 1 kg), ben maneggevoli, per i soccorsi d’emergenza in conflitti bellici o disastri naturali; la stessa miscela apporterebbe anche un valore aggiunto significativo soprattutto alla nutrizione infantile, in situazioni di scarsezza cronica di risorse alimentari.

Nelle regioni del mondo più affette da malattie croniche, neurologiche e degenerative in senso lato, i prodotti con Coca verde, secondo caratteristiche adatte ai diversi contesti, potrebbero integrare le cure di tali patologie, trovando spazio nella prevenzione dei processi d’invecchiamento, nella gestione dei pazienti diabetici ed anche nei protocolli di disintossicazione da farmacodipendenze di ogni tipo, incluso l’alcol ed il fumo di sigarette.

Un piano d’industrializzazione della Coca ben congegnato, cioè gestito dai Popoli della sacra pianta delle Ande, con totale ritorno economico per il loro stesso sviluppo, secondo criteri di equa distribuzione e di giustizia sociale, sconfiggerebbe da solo tutto il narco-business.

Mi rimane, tuttavia, la certezza cristallina che nessuna iniziativa di uso della Coca verde nei nuovi prodotti porterà buoni frutti, se sarà gestita in termini di tornaconto personale ed esclusivamente economico, dovunque ciò accada nel mondo; onde prevenire tale rischio, i cardini culturali andini devono tenere agganciata la Scienza e l’Economia sotto l’egida della sacra Coca verde.

Questo principio non è negoziabile.

E l’ora scoccò .. con gli ultimi rintocchi sul prezioso tempo peruviano, utilmente lungo, che mi era stato donato. Partì con me l’incrollabile fede che la Coca verde non potrà non contare sulla volontà e l’orgoglio del suo Popolo per continuare ad essere nume tutelare ed efficace alimento.

Nel mio zaino di viaggio raccolsi i doni … idee, esperienze ed insegnamenti per un fruttuoso futuro, con sorprendenti sogni nei meandri del cammino, scelti per me della sacra Coca verde delle Ande, vera chakaruna … in lingua quechua a significare entità ponte fra le diversità …

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